Terapia occupazionale

Obiettivo: stimolare le sue capacità e abilità residue e di preservarle quanto più è possibile, al fine di mantenere almeno in parte l’autosufficienza. Gli interventi attuano una stimolazione cognitiva, funzionale e fisica, sensoriale e sociale.

Le attività proposte devono essere conformi al livello mentale del soggetto, non devono creare uno stato d’ansia, devono essere suddivise in atti semplificati e devono utilizzare le abilità residue; il tipo di attività può essere il più disparato, tenendo però presente il patrimonio di esperienze del soggetto prima della malattia.

Tutte le attività vengono proposte dando istruzioni verbali brevi e chiare, evitando situazioni ambigue e difficoltà d’identificazione; vanno evitati il senso di fallimento e lo stato d’ansia; va enfatizzato qualsiasi successo (gratificazione).

Nel demente si nota un lento deterioramento delle abilità quotidiane; si comincia con una certa trascuratezza per arrivare all’incapacità di portarsi il cibo alla bocca. Tutte le attività che vengono espletate richiedono una serie di capacità (riconoscere un oggetto, seguire una sequenza logica, eseguire una serie di movimenti); più l’attività è lunga e complessa, tanto prima viene persa (es. abbigliamento in confronto all’alimentazione).

E’ indispensabile provvedere alla semplificazione dei compiti, adattare l’ambiente e identificare delle strategie per rinforzare la memoria procedurale (es. porre gli oggetti personali da toilette ad un livello accessibile, preparare i vestiti semplificati in sequenza, collocare maniglie o altri ausili); tutto ciò rende possibile una migliore pratica assistenziale e il mantenimento dell’autonomia.

Alimentazione: di solito l’autonomia di questa funzione si mantiene a lungo; nelle fasi intermedie o avanzate della malattia si notano i primi cambiamenti: non riconosce gli oggetti ed il loro uso, deficit spaziali e di coordinazione (es. non riesce a versare acqua nel bicchiere). Se si alza frequentemente da tavola, è meglio non organizzare pasti prolungati e mettere tutto il cibo in un solo piatto; se interrompe l’attività del mangiare e non riprende da solo è utile accompagnare il suo gesto con la mano, ma non imboccarlo.

Abbigliamento: essendo un’attività complessa, subisce da subito una compromissione; all’ inizio non riesce a trovare i capi di vestiario nell’armadio (siglare l’arredo con immagini che indicano il contenuto) o non usa gli indumenti giusti per l’occasione o il tempo atmosferico. In seguito, pur mantenendo ancora l’abilità a vestirsi e spogliarsi da solo, sbaglia la sequenza, non riconosce gli oggetti, dimentica ciò che ha già indossato (ridurre il numero di indumenti, riducendo ciò che è superfluo e prepararli in modo sequenziale). Nella fase più avanzata non è più in grado di vestirsi da solo e anzi presenta facilmente atteggiamenti di opposizione e rigidità verso chi l’assiste (distrazione e semplificare al max il vestiario)

Igiene: curare l’igiene quotidiana e fare il bagno sono due attività che spesso comportano un pesante carico assistenziale; durante l’ espletamento di tali attività non è difficile incappare in atteggiamenti aggressivi, oppositori e reazioni catastrofiche da parte del demente. E’ utile tenere a mente due principi-base fondamentali:

  • comunicare verbalmente la sequenza passo dopo passo;
  • lasciare autonomia al paziente che deve svolgere il compito da solo, modificando progressivamente la strategia.
  • In fase iniziale, in presenza di trascuratezza, non sgridare, ma far leva sulla dignità; gli oggetti d’uso devono essere facilmente accessibili e personali, per favorirne il riconoscimento; se il paziente fa errori, stimolarlo ugualmente a continuare nell’attività. In fase avanzata c’è una palese difficoltà ad iniziare l’attività perciò è utile stimolare la memoria procedurale conducendo dolcemente la mano del paziente verso il viso, spiegando con parole semplici cosa deve fare.